Modello di Leadership: quanti, quali, come e perché

Ebbene sì, per ogni fase di Team Building corrisponde un modello di leadership specifico.

Perché dopo il modello di team building dello studioso Bruce Tuckman parliamo di modello di leadership? La risposta risiede nella teoria della Situational Leadership, detta anche Leadership Model di Ken Blanchard.

 

Per creare team di lavoro produttivi, non è sufficiente conoscere le 5 fasi comportamentali del Formig, Storming, Norming, Performing e Adjourning. Per ciascuna fase è necessario attuare un determinato modello di leadership e la teoria del Leadership Model spiega proprio questo.

Quanti modelli di leadership esistono? Secondo questa teoria sono 4: directing, coaching, supporting e delegating.

Durante la prima fase del forming, quando le persone si incontrano per la prima volta e formano il gruppo, lo stile di management e di leadership richiesto è quello del directing.  La comunicazione è diretta nel senso che è a senso unico. Le persone che fanno parte del team chiedono, parlano, ma devono seguire la guida del leader, che inizia a definire i vari ruoli (la fonte è sempre le “77 competenze di management” di Antonello E. Bove).

 

Nella seconda fase denominata Storming, in cui il progetto è iniziato e si parte con lo svolgimento delle attività, il modello di leadership che richiede la situazione è quello del coaching. La comunicazione non è più a senso unico, ma diventa a doppio senso e le varie persone che compongono il team hanno una maggiore interazione fra di loro e con il leader del gruppo. Questo modello si chiama coaching proprio perché il leader diventa un coach. Entra nel merito dei ruoli e dei task, ma, avendo superato la fase introduttiva, cerca di coinvolgere il gruppo chiedendo idee e suggerimenti.

 

Durante la terza fase del Norming, che avviene quando i ruoli e gli obiettivi del singolo e del gruppo sono chiari e ben delineati per tutti, il modello di leadership è quello del supporting. “In questa fase, il leader funge da facilitatore. I ruoli e i processi vengono definiti ed egli prende parte alle azioni, ma solo come coordinatore. Il controllo di ciascun task viene preso in mano dai singoli che acquisiscono potere di azione (empowerment).”

 

Si arriva alla fase del Performing. I componenti del gruppo sono pienamente autonomi nello svolgimento delle attività, infatti lo stile di management associato è quello del delegating. Il leader delega la gestione delle varie attività ai membri del gruppo, pur essendo ancora coinvolto nelle decisioni e nel problem solving. Il focus del leader è quello di guardare ai risultati e verificare che tutto sia in linea con la pianificazione.

 

Come detto nel precedente articolo, l’ultima fase è quella dell’Adjourning. È il momento in cui il progetto finisce e si conclude. Il team si scioglie e si celebrano i risultati ottenuti.

 

L’obiettivo è sempre lo stesso: creare gruppi di lavoro vincenti che raggiungono gli obiettivi nel mondo migliore e nei tempi di consegna. E l’attività di un leader è indispensabile per raggiungere questo traguardo. Ogni situazione richiede un determinato atteggiamento e processo. Ecco perché il modello di team building dello studioso Bruce Tuckman deve andare a braccetto con il Leadership Model di Ken Blanchard.

Saper imparare a comunicare bene nei tempi e modi giusti è di fondamentale importanza e sono le qualità che un leader deve necessariamente avere. 

PS: Per comunicare con il team anche a distanza, dare continui feedback sull’andamento delle singole attività, gestire riunioni e coinvolgere maggiormente le persone del team, sfrutta anche le piattaforme di Social Collaboration.

 

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